Le Notti di Gappa: autointervista!

Le Notti di Gappa: autointervista!

Mia mamma ieri mi fa “Hai avvertito i giornali per la canzone? Telefona al Carlino, alla Gazzetta! Bisogna diffondere questa notizia“. Visto che nessuno mi ha ancora chiamato e che mi sembra un’idea un po’ retrò telefonare ai giornali, essendo da pochi giorni titolare di questo blog, ho pensato di autointervistarmi. Chiaramente l’intervista è avvenuta in una suite di un hotel di Milano, una mattina verso mezzogiorno di fronte a una bella tazza di caffè, vestito con un accappatoio rigorosamente bianco.  

Allora Gappa, che effetto ti fa comparire come autore nell’ultimo disco di Francesco Guccini?

Mah…come mi sento…mi sento come un prete di provincia che ha scritto l’omelia di Natale per il Papa.

Eh, non male come metafora…Guccini ci risulta essere uno dei tuoi cantautori di riferimento…

Quando ho compiuto 18 anni mio padre mi regalò il vinile Fra la via Emilia e il West, un live meraviglioso di Guccini. Quel disco è stato per me un riferimento importantissimo per il mio modo di scrivere le canzoni. Una poetica umanistica e umana a cui mi sono sempre ispirato. In quel periodo ricordo che andai al Wienna (locale storico modenese) a vedere la presentazione del suo Vacca d’un cane, libro che ho amato molto perchè ambientato a Modena,  in luoghi a me ben noti. In quell’occasione gli diedi anche una mia cassettina con due brani (Comandante e Barcellona). Poi lo andai anche a vedere a un’altra presentazione montanara a Montese, dove raccontò un sacco di aneddoti e recitò delle poesie (mi sembra…).

Come è nata la collaborazione per L’ultima Thule?

Ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare Francesco Guccini nell’ultimo anno e mezzo insieme al mio compare cantautore Cristian Grassilli. Con la complicità della moglie Raffaella, siamo riusciti a fargli ascoltare il nostro CD Psicantria e ad avere la sua prefazione per il libro. Ha apprezzato il nostro lavoro e da lì è iniziata una frequentazione che ci ha portato tante volte a Pavana ad abbeverarci dai racconti di Francesco, a fare delle belle mangiate e qualche volte anche a suonare insieme. Inizialmente era stato favorevolmente colpito dalla canzone Mio fratello (avrebbe forse cambiato il titolo in Un mio amico), che poi ha deciso di non considerare per il disco perchè già edita. Un giorno di marzo Cristian è venuto a casa mia con una bella musica molto evocativa e indubbiamente adatta per Guccini. Abbiamo lavorato insieme al testo ed è nata la canzone Giorni, che poi è diventata Notti, in seguito alla revisione di Francesco.   

Quando hai ascoltato per la prima volta la vostra canzone cantata da Guccini?

Circa un mese fa siamo stati un pomeriggio al Mulino di Chicon, dove è stato registrato il disco e abbiamo sentito la canzone arrangiata per la prima volta. Noi avevamo dato a Francesco solo un provino piano e voce. E’ stata un’emozione indescrivibile sentire quella voce cantare quelle parole nate nella cucina di casa mia. L’arrangiamento mi piace molto. Trovo che l’inizio più intimista, con l’ingresso della ritmica al primo ritornello conferisca una grande vitalità al brano. Francesco in studio scherzava dicendo “Allora ve l’abbiamo rovinata questa vostra canzone?“. 

E quando hai avuto il CD in mano cos’hai fatto?

L’ho scartato, l’ho messo nell’autoradio e da tre giorni è in ripetizione alla traccia numero 6. Lo sto ascoltando ossessivamente, come mi capita con certe canzoni. Ma questa volta, considerate le circostanze, non so se guarirò. Mi toccherà andare in cura dal buon Grassilli (sempre che anche lui non si sia beccato la Nottite fulminante, nel caso dovremo fare una terapia di coppia da uno bravo). Consiglio per la modalità d’ascolto ideale: auto in strada rettilinea (tipo tangenziale, ma facendo al massimo i 60 km/h), sera di novembre piovigginosa o di guazza modenese, paglia in bocca (per chi fuma). Vibrazioni esistenziali garantite.

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