
28 Dic E un altro anno (di canzoni) è andato!
E un altro anno è andato con le sue musiche e le sue canzoni. Già le canzoni…l’altro giorno ho fatto il gioco di chiudere gli occhi e lasciare vagare la mente sulle canzoni che hanno riempito la mia vita nell’ultimo anno. Ho pensato alle canzoni che ho ascoltato da solo o con altre persone, in cuffia, ai concerti, in macchina con mia figlia, nei gruppi coi pazienti. Tantissime canzoni belle e meno belle, ma ognuna legata a un ricordo, a una sensazione, a un clip emotivo. Chiaramente non sono riuscito a ricordarle tutte, ma alcune importanti sì. Mi è tornato in mente ad esempio quando mia figlia mi ha cantato in casa con mio sommo stupore il ritornello di Gli ostacoli del cuore di Elisa (e Ligabue) e ho scoperto che poi l’avrebbe cantata insieme ad altri trecento bambini al saggio di Natale che mi ha causato discreti brividi non solo per il freddo (era all’aperto!) ma anche di emozione. E poi quando insieme a un gruppo di pazienti tossicodipendenti ricoverati abbiamo ascoltato Sally di Vasco e ci siamo trovati a cantare tutti insieme la celeberrima frase “perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia” e a guardarci con complicità, quasi con autoironia e ci siamo sentiti molto vicini (altri brividi lungo la schiena). Persone diversissime per storia, provenienza geografica e ruolo che condividevano un momento importante grazie alla musica, anzi grazie a una canzone.
Ho pensato alle canzoni che ho scritto o che ho provato a scrivere, magari registrando una mini-melodia con il telefonino o di cui ho partorito solo il titolo in un bel foglio di Word per il resto completamente immacolato. Canzoni potenziali che forse un giorno troveranno la propria strada autonoma o inserite in altre canzoni. Ho pensato alle canzoni di cui sono andato a cercare gli accordi su internet e mi sono suonato per il semplice gusto di suonarle una volta (anche perchè se le suono troppo c’è sempre qualcuno che protesta, prima erano i vicini, adesso le donne di casa…). L’ultima è stata Christmas card from a hooker in Minneapolis di Tom Waits, dopo averla riascoltata con piacere al concerto di Natale laico di Capossela al Fuoriorario.
Ho pensato alle canzoni che ho suonato ai concerti, alle canzoni del nuovo disco Neuropsicantria infantile che mi commuovono un sacco, in particolare Negli occhi di un bambino, che alla fine mi lascia quasi sempre con gli occhi lucidi. Ho pensato alle canzoni di Tenco e a quella bella serata al Festival della Poesia a Spilamberto in cui quando abbiamo attaccato con Lontano, lontano la gente ha cominciato a cantare ed è stato molto bello ricordare Tenco e forse esorcizzare un po’il suo suicidio con le sue canzoni più belle. Oppure quella volta in un pub in Svizzera in cui ho cantato Nei cieli di Modena (che parla del terremoto in Emilia) ed è stata l’occasione per conoscere un tipo molto simpatico (e leggermente sbronzo) originario di Mirandola che era andato a vivere proprio a Lugano e con cui abbiamo trascorso la serata.
Insomma anche quest’anno le canzoni hanno fatto il loro dovere di emozionare, creare ponti tra le persone, rendere tanti momenti più memorabili. E per questo sono grato alle canzoni, a tutte le canzoni (in realtà non a quelle canzoni cosiddette inutili, ma vicino a Natale siamo tutti un po’ più buoni). E auguro a tutti un 2018 pieno di canzoni da amare!
Gappa
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